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Gentile telespettatori Buonasera,
ritorna, nella nostra rubrica “Un libro… per amico”, il Professore Salvatore Ferlita, Toty Ferlita per gli amici, con il suo nuovo libro “Le arance non raccolte” “Scrittori siciliani del novecento” edito dalla casa editrice palermitana “Palumbo”, che abbiamo potuto conoscere grazie ad una bellissima recensione di Paolo Di Stefano su “Il Corriere della sera” del 5 luglio 2011.

Salvatore Ferlita è assistant professor di letteratura italiana all’Università degli studi Kore di Enna. Collabora, in qualità di critico letterario, con le pagine siciliane del giornale “La Repubblica” e con la rivista mensile “Segno”.
Ha scritto “I soiti ignoti” con Flaccovio nel 2005, “Sperimentalismo e avanguardia” con Sellerio nel 2008, “Novecento futuro anteriore. Saggi di letteratura” con Di Girolamo nel 2009, e “Contro l’espressionismo. Dimenticare Gadda e la sua eterna funzione” con Liguori 2011.
Dirige alcune collane letterarie.

Ferlita è oggi considerato, anche se ancora molto giovane, uno dei maggiori critiici letterari siciliani che sta scavando a fondo nei meandri poco frequentati della letteratura per portare alla luce scrittori ritenuti minori e che invece meritano un posto di tutto rispetto nel mondo letterario italiano ed europeo.

Come critico, Ferlita, per dirla con Massimo Onofri, è uno scrittore vero e proprio, uno che crea, che da vita a chi ne ha poca, che illumina le parti dela scena poco evidenti, che aiuta il lettore a scegliere.
Sempre scorrendo il libro di Massimo Onofri “Recensire”, diciamo che il critico letterario è “un lettore che scrive di quel che legge” E a tal proposito Luigi Baldacci dice che “ il critico non è semplicemente un lettore che scrive o scrive per gli altri. Passare dalla lettura disinteressata alla scrittura (scrittura e critica) significa stabilire un rapporto col proprio linguaggio. Il critico è colui che legge solo per scrivere” e quando scrive inventa, illumina, distrugge, costruisce. La sua lettura non è mai innocente né sempre onesta poiché c’è il critico assoldato dalle case editrici che deve scrivere sempre in una certa direzione.

Il critico è, a detta di Croce, un Oratore che cerca di convincere e noi aggiungiamo che lo deve fare con onestà intellettuale perché la sua funzione è molto delicata e importante. Quando scrive il critico diventa scrittore vero e proprio. Cesare Garboli scrive: “lo scrittore-scrittore lancia le sue parole nello spazio, e queste parole cadono in un luogo sconosciuto. Lo scrittore-lettore va a prendere quelle parole e le riporta a casa, come Vespero le capre, facendole riappartenere al mondo che conosciamo”.
Il critico, dice Massimo Onofri “ritraduce il caos in cosmo”.

A questo punto è d’uopo fare una distinzione tra “Recensione”, “Saggio critico”, “Riassunto”.
La recensione è uno scritto breve che può avere finalità giornalistiche, mentre il saggio va più a fondo per dare giudizi e fare comparazioni, mentre il riassunto serve a dare una idea sintetica del libro o dell’opera di cui si vuole parlare.
Ma in tutti e tre i casi il recensore non è mai innocente; è sempre parte attiva che giudica “ secondo che avvinghia” come Minosse. Anche nella breve recensione, il recensore mette una parte di se stesso, dà il suo giudizio, orienta o disorienta.

Grande responsabilità ha il critico letterario che può dare la vita come la può togliere. Può essre un donatore di vita, può essere un assassino, o un cieco che non vede quello che gli capita attorno e viene distratto dal rumore del mondo.
E per queste distrazione dei critici e anche degli editori, molti grandi scrittori restano condannati nel “limbo” della letteratura e non vedono mai “La luce”.

Salvatore Ferlita, in questi ultimi anni sta scavando nelle zone d’ombra per riportare a nuova luce scrittori che in vita non ebbero il successo che neritavano. Lo ha fatto con il libro “I soliti Ignoti”. Lo fa ora con questo nuova opera “Le arance non raccolte” “Scrittori siciliani del Novecento”.

Il libro si divide nei seguenti capitoli:
Per “Una legittima strage”, Una Sicilia irredimibile”, “L’avventura dello zolfo”, “Siciliani nel mondo”, “La fabbrica del romanzo”, “La cifra religiosa della realtà”, “Umoristi di razza”, “Il mestiere sbagliato”, “Esordi promettenti”, Tarli metafisici e filosofici”, “Fantascienza primigenia”, “Scritture collaterali”.
In questi capitoli Ferlita porta alla luce scrittori come Paolo Giudici, Nino De Maria autore de “Il cammino dela speranza”, Jerre Mangione, scrittore italo- americano, Franco Enna, Massimo Simili, umorista di razza, Alfredo Mezio, Antonio Russello, Angelo Petyx e tanti altri.

Nel libro Il professore Ferlita fa le sue considerazioni sull’autore, scrive una bibliografia
e porge al lettore alcune pagine significative delle opere dell’autore trattato.

A questo punto dobbiamo dire che il libro di Salvatore Ferlita è certamente utile per le scuole, per gli studenti universitari, ma è utile anche per tutti i lettori i quali potranno orientarsi con molta onestà nel mondo letterario dove molto speso prevalgono gli interessi editoriali e molto raramente i veri valori della cultura e della letteratura. Nel sottobosco si trovano i frutti migliori e noi dobbiamo saperli coglierre anche grazie a critici letterari seri ed onesti come Salvatore Ferlita.
Agrigento,lì 14.7.2011
gaspareagnello