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L’artista, creando, tocca i sette cieli
da vivo; non ha bisogno di morire
per avere il privilegio della visione di Dio,
perché è Dio stesso che agisce in lui per
continuare la Sua opera di creazione, che
è sempiterna. (Milioto)

Vanità di vanità, tutto e vanità.(Cohelet)

78-milioto-assilloStefano Milioto è un docente che, per tutta la sua lunga carriera professionale, ha collaborato il Professore Lauretta nella conduzione del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani di cui, attualmente, è consigliere delegato.  In tale veste, essendone parte attiva, ha partecipato ai cinquanta convegni di studi pirandelliani venendo a stretto contatto con la cultura mondiale che è stata ad Agrigento per sviscerare nei minimi dettagli l’opera dal grande drammaturgo agrigentino.

Molte sue relazioni su Pirandello si trovano pubblicati negli atti dei convegni: E’ saggista, narratore, drammaturgo, sceneggiatore. Citiamo i saggi “Pirandello, il Caos”, “Lauretta –saggista e narratore”- “I giorni dell’impegno” in onore di Lauretta e i romanzi “La Torre del Checco”, “La riparazione” e il dramma “L’atroce notte” che ha avuto un ottimo successo in Sicilia e a Roma dove è stato rappresentato.

Ha scritto le sceneggiature dei film di Lauretta “La sposa era bellissima” e “ I Salmoni di San Lorenzo”.

Noi non ci siamo mai avvicinati al mondo letterario di Milioto e conosciamo solo “L’atroce notte”

per averla vista alla casa natale di Luigi Pirandello dove è stata rappresentata in maniera veramente bella anche per la suggestione dei luoghi.

Ora ci avviciniamo a questo importante personaggio della cultura agrigentina leggendo il nuovo romanzo “L’Assillo” edito dall’editrice Bonaccorso e dobbiamo subito dire che l’impressione che ne abbiamo ricavato è assolutamente positiva perché leggendo il libro si scopre uno scrittore raffinato, colto e che sa captare l’attenzione del lettore spaziando in vari in tante tematiche  che fanno parte della nostra cultura e della nostra vita.

Il motivo conduttore del libro è l’assillo della morte del cardiopatico Marco Stagno, un siciliano  bruttino nel corpo, orfano di madre e poi di padre in giovane età, ma che ha raggiunto un grande successo operando nella televisione.

Il libro non è solo l’assillo della morte, è anche l’amore per la vita, l’incanto della natura e del creato che rimanda, in ogni istante, il nostro autore a Dio, è l’arte. Scrive Milioto: “L’artista, creando, tocca i sette cieli da vivo; non ha bisogno di morire per avere il privilegio della visione di Dio, perché è Dio stesso che agisce in lui per continuare la sua opera di creazione, che è sempiterna”.

Marco, raggiunta una ottima posizione economica, si ritira dal lavoro perché ha paura di non poter dire nulla di nuovo e di importante, ma il destino gli fa incontrare un vecchio amico d’infanzia, Matteo ed ecco che questo incontro risveglia in lui la passione dell’arte e punta tutto sull’amico per fare musicare una sua opera ‘Moses’; e qui il rapporto tra i due amici diventa veramente sublime, disinteressato. Marco è convinto che Matteo, può scrivere un’opera musicale che potrebbe e dovrebbe restare nella storia della musica che conta. E per gustare questo rapporto bisogna leggere il libro che diventa ancora più intrigante per l’amore di Marco per Kristine: un amore delicato, puro e carnale allo stesso tempo.

“Guai a chi è solo: se cade non ha nessuno che lo rialzi” scrive Cohelet e Marco ha trovato l’amico Renzo e Kristine che si dona senza nulla chiedere, se non l’amore.

Così la sua mente potrà volare alto come l’aquilone. Marco sa che la vita è “vanità di vanità, tutto è vanità”, ma l’arte e l’amore eternano l’uomo e lo portano a Dio (sempre Dio).

E’ chiaro che l’arte e la cultura per Marco sono rappresentate da Pirandello e dalla sua vita drammatica, da Sciascia l’uomo del dubbio e della corda civile, da Pasolini, che è la voce imperiosa del suo tempo e questi autori si aggirano come ombre dentro tutta la scrittura del libro di Stefano Milioto che di questa pasta è impastato e non ne può fare a meno. Strano però che un uomo che ha “l’assillo” di Dio si innamori di tre personaggi letterari che hanno vissuto senza Dio.

L’ambientazione del romanzo ci riporta a Sciascia e in particola modo al libro “Todo Modo” e Villa Paradiso è come l’Hotel Hemmaus di Zafferana Etnea.

Rivediamo Don Gaetano, gli intrighi politici, gli assassini, la Massoneria e le varie P…

A questo punto dobbiamo dire che Milioto è tentato dal giallo e con grande maestria tiene legato il lettore al mistero di Villa Paradiso che è poi il mistero della nostra vita politica, del “Potere” che si nutre di servizi segreti, di connivenze con le mafie e le logge massoniche deviate.

Come si vede la materia del libro è varia e diversa ma ben collegata con sapienza e mano sicura di un  narratore consumato.

Per quanto attiene la lingua Milioto si avvale di sicilianismi italianizzati ma senza farne abuso. Qualche volta abbiamo storto il naso per certe espressioni ma allo scrittore è consentito di inventare lemmi e modi di dire che l’italiano della crusca non ammette.

Concludiamo con la convinzione che il libro di Stefano Milioto, “L’Assillo” è un’opera letteraria degna della grande letteratura siciliana che continua a essere gran parte della letteratura italiana.

Agrigento, lì 2.3.2014

www.gaspareagnello.it