L’artista, creando, tocca i sette cieli
da vivo; non ha bisogno di morire
per avere il privilegio della visione di Dio,
perché è Dio stesso che agisce in lui per
continuare la Sua opera di creazione, che
è sempiterna. (Milioto)Vanità di vanità, tutto e vanità.(Cohelet)
Stefano Milioto è un docente che, per tutta la sua lunga carriera professionale, ha collaborato il Professore Lauretta nella conduzione del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani di cui, attualmente, è consigliere delegato. In tale veste, essendone parte attiva, ha partecipato ai cinquanta convegni di studi pirandelliani venendo a stretto contatto con la cultura mondiale che è stata ad Agrigento per sviscerare nei minimi dettagli l’opera dal grande drammaturgo agrigentino.
Molte sue relazioni su Pirandello si trovano pubblicati negli atti dei convegni: E’ saggista, narratore, drammaturgo, sceneggiatore. Citiamo i saggi “Pirandello, il Caos”, “Lauretta –saggista e narratore”- “I giorni dell’impegno” in onore di Lauretta e i romanzi “La Torre del Checco”, “La riparazione” e il dramma “L’atroce notte” che ha avuto un ottimo successo in Sicilia e a Roma dove è stato rappresentato.
Ha scritto le sceneggiature dei film di Lauretta “La sposa era bellissima” e “ I Salmoni di San Lorenzo”.
Noi non ci siamo mai avvicinati al mondo letterario di Milioto e conosciamo solo “L’atroce notte”
per averla vista alla casa natale di Luigi Pirandello dove è stata rappresentata in maniera veramente bella anche per la suggestione dei luoghi.
Ora ci avviciniamo a questo importante personaggio della cultura agrigentina leggendo il nuovo romanzo “L’Assillo” edito dall’editrice Bonaccorso e dobbiamo subito dire che l’impressione che ne abbiamo ricavato è assolutamente positiva perché leggendo il libro si scopre uno scrittore raffinato, colto e che sa captare l’attenzione del lettore spaziando in vari in tante tematiche che fanno parte della nostra cultura e della nostra vita.
Il motivo conduttore del libro è l’assillo della morte del cardiopatico Marco Stagno, un siciliano bruttino nel corpo, orfano di madre e poi di padre in giovane età, ma che ha raggiunto un grande successo operando nella televisione.
Il libro non è solo l’assillo della morte, è anche l’amore per la vita, l’incanto della natura e del creato che rimanda, in ogni istante, il nostro autore a Dio, è l’arte. Scrive Milioto: “L’artista, creando, tocca i sette cieli da vivo; non ha bisogno di morire per avere il privilegio della visione di Dio, perché è Dio stesso che agisce in lui per continuare la sua opera di creazione, che è sempiterna”.
Marco, raggiunta una ottima posizione economica, si ritira dal lavoro perché ha paura di non poter dire nulla di nuovo e di importante, ma il destino gli fa incontrare un vecchio amico d’infanzia, Matteo ed ecco che questo incontro risveglia in lui la passione dell’arte e punta tutto sull’amico per fare musicare una sua opera ‘Moses’; e qui il rapporto tra i due amici diventa veramente sublime, disinteressato. Marco è convinto che Matteo, può scrivere un’opera musicale che potrebbe e dovrebbe restare nella storia della musica che conta. E per gustare questo rapporto bisogna leggere il libro che diventa ancora più intrigante per l’amore di Marco per Kristine: un amore delicato, puro e carnale allo stesso tempo.
“Guai a chi è solo: se cade non ha nessuno che lo rialzi” scrive Cohelet e Marco ha trovato l’amico Renzo e Kristine che si dona senza nulla chiedere, se non l’amore.
Così la sua mente potrà volare alto come l’aquilone. Marco sa che la vita è “vanità di vanità, tutto è vanità”, ma l’arte e l’amore eternano l’uomo e lo portano a Dio (sempre Dio).
E’ chiaro che l’arte e la cultura per Marco sono rappresentate da Pirandello e dalla sua vita drammatica, da Sciascia l’uomo del dubbio e della corda civile, da Pasolini, che è la voce imperiosa del suo tempo e questi autori si aggirano come ombre dentro tutta la scrittura del libro di Stefano Milioto che di questa pasta è impastato e non ne può fare a meno. Strano però che un uomo che ha “l’assillo” di Dio si innamori di tre personaggi letterari che hanno vissuto senza Dio.
L’ambientazione del romanzo ci riporta a Sciascia e in particola modo al libro “Todo Modo” e Villa Paradiso è come l’Hotel Hemmaus di Zafferana Etnea.
Rivediamo Don Gaetano, gli intrighi politici, gli assassini, la Massoneria e le varie P…
A questo punto dobbiamo dire che Milioto è tentato dal giallo e con grande maestria tiene legato il lettore al mistero di Villa Paradiso che è poi il mistero della nostra vita politica, del “Potere” che si nutre di servizi segreti, di connivenze con le mafie e le logge massoniche deviate.
Come si vede la materia del libro è varia e diversa ma ben collegata con sapienza e mano sicura di un narratore consumato.
Per quanto attiene la lingua Milioto si avvale di sicilianismi italianizzati ma senza farne abuso. Qualche volta abbiamo storto il naso per certe espressioni ma allo scrittore è consentito di inventare lemmi e modi di dire che l’italiano della crusca non ammette.
Concludiamo con la convinzione che il libro di Stefano Milioto, “L’Assillo” è un’opera letteraria degna della grande letteratura siciliana che continua a essere gran parte della letteratura italiana.
Agrigento, lì 2.3.2014
www.gaspareagnello.it
Caro Agnello, la ringrazio di quanto attentamente abbia letto il mio romanzo e di come abbia rivelato le diverse venature che compongono la narrazione.Ma mi soffermo, per chiarire,sul fatto linguistico da lei avvistato e sottolineato, cioè l’uso dei sicilianismi. Non è per gratuità o imitazione di altri scrittori che li adopero, ma per l’intento di legittimare alla lingua italiana termini che essa non ha e che sono pirandellianamente “tecnici”. Mi riferisco a salutivo, tabuto, cubaita, risolente e altri così pregnanti e espressivi, ed anche “economici”, poiché consentono di evitare giri di parole per esprimere lo stesso concetto. L'”economicità” è nella dinamica della lingua, di ogni lingua. Mi piace inserire nella mia prosa, senza esagerare e solo quando la scrittura lo richiede,certe dissonanze,quali l’anacoluto o sbalzi “sincopati”, in favore della una musicalità e del ritmo della frase. In ogni caso,l’uso della lingua è consapevole e sorvegliatissimo, poiché miro a una elegante creazione linguistica contro l’imperversante banalità corrente.
La ringrazio ancora e la saluto caramente
Stefano Milioto
P.S.
Peccato (venialissimo) quel Salvatore Milioto dell’ultimo paragrafo
“FANTASTICA LA RECENSIONE DI AGNELLO ¡!!”, mi scrive la prof.ssa Ada Lattuca, docente presso l’Università di Rosario (Argentina).
Quesdto giudizio mi lusinga anche perchè viene da una docente universitaria di un paese lontano ma molto italiano come Papa Francesco che viene dai confini del mondo essendo italiano di sangue e di nome. Grazie Professoressa Lattuca. https://www.gaspareagnello.it
Quesdto giudizio mi lusinga anche perchè viene da una docente universitaria di un paese lontano ma molto italiano come Papa Francesco che viene dai confini del mondo essendo italiano di sangue e di nome. Grazie Professoressa Lattuca. https://www.gaspareagnello.it
ben strutturata, la recensione coglie l’essenza del libro di stefano milioto
ben strutturata,la recensione coglie l’essenza del libro di stefano milioto
Sono Simonetta Marini, ho avuto l’onore di dare voce e corpo al personaggio di Marta Abba ne “L’Atroce Notte” di Stefano Milioto, rappresentata al Teatro Pirandello di Agrigento, e nella suggestiva ambientazione della Casa Natale dell’autore. Mi fa molto piacere che sia stata citata in questa splendida e accurata recensione e che ancora se ne parli. Inutile dire poi l’emozione, leggendo “L’Assillo”, di ritrovarmici in quell’attrice veronese conosciuta dal protagonista. Con “L’Atroce Notte” ho avuto la fortuna di conoscere uno scrittore raffinato ed elegante che ho poi ritrovato in altri toccanti romanzi come “La Riparazione”e in ultimo “L’Assillo”. Mi complimento con il signor Gaspare Agnello per aver saputo, con questa recensione, cogliere tutte le sfumature, i riferimenti pirandelliani e non,e sottolineare la molteplicità degli argomenti toccati e sviluppati con sensibilità e poetica maestria da Stefano Milioto. Le cose belle che si leggono le considero veramente doni dal valore immenso. Grazie Stefano, grazie Gaspare Agnello.