Ho visitato la mostra ‘autobiografica’ di Frida Kahlo alle scuderie del Quirinale in Roma e ho provato una grande emozione.
A un certo punto ho avuto un nodo alla gola e la commozione mi ha preso interamente perché la pittura, i quadri di Frida sono un grido di dolore di una donna che ha vissuto la sua vita con un corpo completamente distrutto ma con una grande voglia di vivere e di amare.
L’ossessione dell’autoritratto rappresenta il desiderio di non voler morire, l’esigenza di esprimere il proprio mondo, le proprie sensazioni, i propri desideri di normalità che per lei non è esistita.
Con un corpo distrutto ha voluto dare e ricevere amore senza infingimenti e limiti imposti dalla morale comune.
Anticonformista ante litteram, ha precorso, in maniera più compiuta e vissuta, il femminismo, rompendo tutti i vecchi schemi di una società, come quella messicana, legata a tradizioni e culture antiche.
Il suo rapporto col marito Diego Rivera è un rapporto forte che trova profonde radici nella pittura.
Si sposano, si dividono con tante buone ragioni di Lei che non sopporta il tradimento con la sorella Cristina, si risposano vivendo ognuno a suo modo.
Vive anche l’amore con il giovane rivoluzionario Alejandro Gomes Arias fondatore del movimento dei Cachuchas.
Lei, iscritta al Partito comunista, si batte per dare asilo politico a Trotski e se ne innamora perché per lei amore e adesione all’ideale artistico e politico è la stessa cosa.
Non disdegna amori femminili e ha un’amicizia con Tina Modotti.
Frida nasce il 6 Luglio 1907 nel villaggio di Coyoacàn alla periferia di Città del Messico da padre tedesco e madre di origine spagnola.
Quindi in lei si assommano le culture europee e le trazioni culturali messicane che si leggono in tutte le sue opere pittoriche.
Frida si dipinge in tutti i modi e in tutte le maniere e nei suoi autoritratti c’è il dramma della sua vita. C’è il gatto nero, il bambino che non ha potuto avere, la collana di spine, come la corona del Cristo in Croce, il sole e la luna e quindi l’alternarsi del giorno e della notte, della luce e del buio, della vita e della morte.
Ci sono i suoi amori come quello per Diego, stampato nella sua fronte, ci sono i suoi due aborti spontanei con dipinto il bambino mai nato.
Io non sono un intenditore di arte pittorica e ogni volta che vedo una mostra ammiro i quadri per trarne sensazioni, per stupirmi dei colori e della bellezza ma mai ho provato così tante emozioni perché in fondo l’arte di Frida è autobiografia di una vita drammatica ma libera da catene, di una vita che vuole dare e ricevere amore illimitato, senza fine, con una voracità che viene dalla consapevolezza della fine imminente e immanente.
Se poi si vuole classificare l’arte pittorica di Frida Kahlo si deve dire che Frida ha un suo modo di dipingere che nasce dalla cultura messicana anche se si è avvicinata al surrealismo per via dell’amicizia col poeta André Breton.
Ma il surrealismo potrebbe essere una camicia che va stretta alla grande pittrice che in certe opere diventa anche Naif.
Chiudo queste mie riflessioni asserendo, con convinzione, di avere vissuto alcune ore della mia vita in compagnia della pasionaria messicana Frida Kahlo sentendone i battiti del cuore e lo scricchiolio delle ossa rotte.
Agrigento, li 25.3.2014
Pubblichiamo la stupenda Poesia di Evelina Maffey nella quale è racchiusa tutta Frida Kahlo.
Frida si specchia
Mentre ti fissavo in trance con lo sguardo ipnotico
Mi prendevi con la mente e con il cuore, struggendomi
Ti baciavo ma una sirena ha rotto la magia dell’incanto
Tu mi rispondevi Monna Lisa, con un sorriso enigmatico.
Frida si rifrange nel tempo
Ritrova le fattezze dell’anima
Specula con il suo secondo sé
Gioca con gli amuleti messicani
Dea Aztzca Coatlicue, la dea madre
Dalle vesti di serpenti dal tocado di Tehuana
Le sopracciglie nere a forma di ali di uccelli
Accanto ai colibrì vivaci e alle scimmie rampicanti
I lunghi capelli d’inchiostro nero avvolti nei fiori
Tra nervi radici e corde, groviglio di ciondoli
L’involucro del tuo corpetto bianco avorio
Racchiude lo spirito rivoluzionario indomito.
Nata, una seconda volta, nel tuo bozzolo
Non avverto la distanza, quasi a fior di pelle.
Simil fiamma che si propaga veloce da una scintilla di brace
La tua immagine si moltiplica in un gioco di specchi
Ape Regina dissemini il creato di figli di stelle, suggito
Dal polline dagli steli in un campo di dalie coccinee
dal vento sparso.
Evelina Maffey
Grande Gaspare! Grazie delle tue puntuali ed emozionate riflessioni. E’ come se la mostra l’avessi vista con i tuoi occhi! 🙂
A presto.
Un bacio a te e Franca
Farò di tutto per andare a vederla.
Gentilissimo professore, oggi sono stato alle scuderie del Quirinale e ho visitato la mostra di Frida Kahlo, della quale ero venuto a conoscenza grazie alla sua recensione che già mi aveva preparato.
Mi è piaciuta moltissimo. Grazie, un cordiale saluto.
Mi era sfuggito questo suo articolo…condivido in pieno le sue sensazioni..anch’io mi sono profondamente commossa davanti alla pittura così “autobiografica” di Frida Kahlo !