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Martedì 29 aprile alle ore 18 presso il complesso monumentale di Santo Spirito l’Amministrazione comunale di Agrigento celebra il 42 anniversario della morte del grande musicista agrigentino con un concerto pianistico di Maria Rita Pellitteri e Rita Capodicasa che, tra l’altro, suoneranno alcuni brani del nostro maestro.

Duo pianistico: Mariarita Pellitteri - Rita Capodicasa

Duo pianistico: Mariarita Pellitteri – Rita Capodicasa

locandina lizzi

Nell’occasione sarà presentata la monografia di Gaspare Agnello “Lizzi- Musicista del 900”.

Lizzi è nato ad Agrigento nel 1915 e dalla nostra terra attinse l’ispirazione della sua attività musicale.

Presentando l’opera lirica“Pantea” a Palermo ebbe a scrivere: “ Sento che debbo alla mia terra l’ispirazione primigenia della mia musica. La valle dell’antica Akragante ha sempre operato sul mio animo, sin dagli anni della mia adolescenza, i suoi irresistibili richiami, prima ancora che si delineasse nella mia fantasia il soggetto dell’opera.

La muisca di “Pantea” vuole essere, pertanto, viva testimonianza del mio amore di figlio alla mia terra per la bellezza suscitatrice di fantasmi e di armonie della sua valle e per i fascinosi richiami di una vita remotissima che, ancora fanciullo, mi fermava ad ascoltare il soffio lieve del vento tra le colonne dei templi vetusti.

Sin dagli anni della mia formazione spirituale ed estetica ho sentito la suggestione della natura e del mito, affiorante dalle piante e dai ruderi di cui è sparsa questa mia superba vallata akragantina”.

Nel 1968 presentando l’opera “L’amore di Galatea” il cui libretto è del Nobel Quasimodo, Lizzi scrisse:

“Tengo a dire, che ho atteso alla composizione di “Galatea”, così’ come feci per “Pantea”, sentendo tutta la responsabilità di dare un apporto valido alla inevitabile evoluzione in concezione moderna, dell’opera lirica; la quale, pertanto, si distanzia, differenziandosi, dal teatro ottocentesco romantico. Certo, un’arte musicale quale quella secondo cui è venuta plasmandosi la mia formazione artistica personale, pur riconoscendo al teatro lirico tradizionale genialità e prestigio, scaturisce da concezioni creative e da tecniche espressive tutt’affatto nuove, che non possono più poggiare su una certa immediatezza di suggestioni e di sentimentalità, che avevano largo gioco nel melodramma di un tempo.

Tuttavia, sento che la mia opera, che ha assorbito in pieno i succhi vitali della mia ispirazione, e che sta per vivere una vita sua attraverso le proprie realtà musicali, non potrà non trovare rispondenze adeguate nei critici, fattisi più interiormente vigili ed esperti e negli spettatori, disposti oggi più ad intendere  che a lasciarsi commuovere”.

Questi sono i concetti della musica di Lizzi che scrisse anche “La sagra del Signore della nave”, le cui scene sono state dipinte da Guttuso.

Le opere di Lizzi sono state date al San Carlo di Napoli, al Massimo di Palermo, al Bellini di Catania, al Teatro Greco di Siracusa, alla Rai.

Ma dopo la sua morte, avvenuta nel 1972, il silenzio è calato sulla sua produzione musicale.

Noi oggi lo ricordiamo, nella speranza che gli enti lirici italiani vogliano riportare sulle scene le sue opere che sono testimonianza di un genio moderno che, assieme a Bellini, onora la Sicilia e il mondo musicale italiano