(articolo letto 945 volte)

Il nostro interesse è rivolto principalmente alla narrativa e questo ci tiene, purtroppo, lontano dai saggi e dai libri di storia.

La storia è maestra dI vita e ad essa dobbiamo attingere per conoscere meglio le nostre radici.

cop

Oggi ce ne dà l’occasione il Professore Pasquale Hamel il quale ha pubblicato un bellissimo libro “Il lungo regno”-‘Vita avventurosa di Federico III re di Sicilia’ per i tipi della casa editrice Rubettino ,che ci introduce in un periodo storico tra i più importanti per la Sicilia e per la stessa Europa e cioè il periodo del Vespro del 1282.

La Sicilia è il cuore del mediterraneo e allora, come oggi, era contesa da tutte le potenze europee e dallo stesso papato che non voleva abdicare alla sua signoria su l’isola.

Hamel ci racconta questa storia come se fosse un romanzo e ci tiene legati ad essa in maniera veramente magistrale. Si ha la voglia di continuare fino all’ultimo rigo per vedere come va a finire questo drammatico racconto di guerre e di angherie contro il popolo siciliano i cui destini erano decisi dalla Francia, dalla Spagna, dal Papato, dall’imperatore germanico.

La Chiesa, come detto, vuole mantenere la sua influenza su l’isola che è il ponte per la terra santa verso la quale si dirigono i crociati e le repubbliche marinare che, in quei luoghi, coltivavano interessi commerciali di grande rilevanza.

Ed ecco allora che Clemente IV nel 1263 incorona Carlo D’Angiò Re di Sicilia per cacciare via dall’isola gli Svevi che erano invisi alla Santa Sede e che appartenevano al partito dei Ghibellini.

Il rapporto tra gli angioini e la Chiesa  erano strettissimi e in quel periodo molti papi  furono francesi perché gli Angioini avevano un grande potere nell’influenzare il Conclave.

Dopo l’investitura  ricevuta dal Papa, Carlo D’Angiò nel 1266 sconfigge Manfredi e quindi conquista il regno di Sicilia e nel 1268 sconfigge a Tagliacozzo Corradino di Svevia che viene fatto prigioniero e decapitato a Napoli.

Il potere degli angioini così si consolida e la Sicilia diventa una dependance da Napoli.

Gli  angioini vessano la Sicilia e creano un clima di grande malumore che scoppia con la rivolta del Vespro del lunedì di Pasqua 31 marzo 1982 che costringe Carlo D’Angiò a fuggire.

I rivoltosi, capeggiati da Giovanni Da Procida, non sono in grado da soli di governare la Sicilia per cui offrono la corona a Pietro III D’Aragona che viene in Sicilia con la moglie Costanza , dove il 4 settembre è incoronato Re con una cerimonia irrituale che ha luogo nel comune di Palermo.

Inizia così una grande avventura di guerre e di lotte tra gli angioini e gli aragonesi con il papato che parteggia per gli angioini e che commina scomuniche a non finire contro il re di Sicilia o di Trinacria e i siciliani.

Nel 1286 muore il Re Pietro e gli succede il figlio Alfonso che, a sua volta, muore nel 1291 e gli succede il fratello Giacomo che mantiene la corona di Sicilia e affida all’infante Federico la luogotenenza della Sicilia.

Federico III, affiancato da Giovanni Da Procida, dall’ammiraglio Ruggero di Loria incomincia a prendere le redini dell’isola e si impegna a mantenere la sua autonomia e a difenderla dall’assalto continuo degli angioini che volevano  reimpossessarsi del regno di Sicilia.

I siciliani si affezionano e Federico e il Parlamento siciliano, riunitosi il 15 gennaio 1296, nella città di Catania, con voto unanime, pronuncia la decadenza di re Giacomo e la sua sostituzione con Federico III per grazia di Dio re di Sicilia, duca di Puglia e principe di Capua

La guerra tra gli angioini e Federico si conduce senza quartiere per terra e per mare. Gli angioini si devono rassegnare definitivamente alla perdita della Sicilia.

Così si arriva alla pace di Caltabellotta con la quale si conferma il re Federico III che, però, deve sposare una donna della famiglia angioina per fare in modo che alla sua morte il regno potesse ritornare agli angioini.

La pace di Caltabellotta è una pace all’italiana che cerca di salvare capre e cavoli.

Federico sposa Eleonorta D’Angiò con una cerimonia fastosa e il matrimonio alla fine, da politico, divenne un matrimonio d’amore con tanti figli.

Il regno di Federico III durò fino alla sua morte avvenuta il 25 maggio 1337. Fu un regno tribolato da continue e terribili battaglie che sono state tutte superate un poco per l’appoggio diretto o indiretto degli aragonesi e poi per il grande amore che i siciliani nutrirono nei confronti di Federico III  che li difese dall’assalto degli odiati angioini.

La monarchia di Federico III fu una specie di monarchia costituzionale perché nacque da un voto parlamentare ed ebbe l’assenso dei baroni che esercitarono in Sicilia un grande potere, cosa non sempre positiva.

Comunque il libro del Professore Hamel ha grande valore divulgativo e riporta alla luce un periodo tribolato e glorioso della storia siciliana che le nostre scuole non fanno conoscere.

Tutti parlano della pace di Caltabellotta ma pochi sanno cosa significò quel trattato di pace, cosa c’è stato dietro e cosa produsse negli anni a venire. Nelle lotte per il potere in Sicilia c’erano tutte le potenze europee di quel tempo e soprattutto la Chiesa.  E’ giusto che ognuno di noi conosca gli avvenimenti di quel periodo per sapere da dove veniamo, come nasce il Parlamento siciliano e quali sono le radici della nostra autonomia.

Quindi sotto questo aspetto il libro di Hamel  dovrebbe arrivare in tutte le scuole siciliane.

Solamente avremmo voluto che il Professore Hamel non avesse avuto fretta di pubblicarlo per dedicare qualche altro tempo al lavoro di lima che avrebbe contribuito ad eliminare i tanti refusi che non fanno bene all’opera. Speriamo che questo possa avvenire nella seconda edizione.

Agrigento, lì 2.2.2015               Gaspare Agnello