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La XLVI edizione del premio Brancati-Zafferana, per la sezione saggistica, è stata appannaggio del giornalista Domenico Quirico con il suo libro “Il grande califfato” edito dalla casa editrice Neri Pozza.

quirico

Domenico Quirico è nato ad Asti il 18-12-1951. E’ capo servizi esteri del giornale “La stampa” di Torino, è stato corrispondente da Parigi ed inviato di guerra in varie parti del mondo, avendo subito ben quattro sequestri, uno in Libia che è durato solamente due giorni e uno in Siria nel 2013 che è durato ben cinque mesi . Durante questo sequestro Quirico ha capito il progetto di Abu Mazen che ha detto : costruiremo, sia grazia a Dio Misericordioso, il Califfato di Siria….Ma il nostro compito è solo all’inizio…Alla fine il grande Califfato rinascerà, da Al-Andalus fino all’Asia”.

Questo libro, come apprendiamo da Internet, non è un trattato sull’Islam, perché si tiene opportunamente lontano da dispute ed esegesi religiose. E’ soltanto un viaggio, un viaggio vero, con città, villaggi, strade e deserti, nei luoghi del Grande Califfato.

Parte da Istambul e si conclude in Nigeria, fa tappa a Grozinyj in Cecenia e nelle pianure di Francia, nel Sahel e in Somalia.

Parla di uomini, delle loro storie, delle loro azioni e omissioni. Mostra come lo stato islamico esista già, perché milioni di uomini ogni giorno gli rendono ubbidienza, applicano e subiscono le sue regole implacabili, pregano nelle moschee secondo riti rigidamente ortodossi, vivono e muoiono invocandone la benedizione o maldicendone  la ferocia. Nondimeno, come Christopher Ishervood, approdato nel 1930 a Berlino, con la sua potente narrazione, Domenico Quirico diventa, in queste pagine “una macchina fotografica” con l’obiettivo così aperto sulla cruda realtà della nostra epoca, che ne svela il cuore di tenebra meglio di mille trattati e saggi.”

La prosa del libro da alcuni è giudicata molto ricercata, da altri molto aspra e dura.

Quirico, dice, “ ho superato, nel momento in cui sono stato catturato, una frontiera fatale, sono entrato, me ne accorgo vivendo con loro, nel cuore di tenebra di una nuova fase storica, di un nuovo groviglio avvelenato dell’uomo e del secolo che nasce: il totalitarismo islamista globale.

Agrigento, lì 1.10.2015

Gaspare Agnello