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Luca Medici, in arte Checco Zalone, a proposito del suo film “Quo Vado”, scrive: “Chi fa questo mestiere non pensa ai beni e ai mali di questo paese, ma solo a far ridere. Il comico per una battuta si venderebbe l’anima. Poi se la battuta è azzeccata, nel senso che muove da una realtà tangibile e familiare a tutti, è più efficace. Io però NON VOGLIO FARE ANALISI SOCIOLOGICHE SUL NOSTRO PAESE, SUL POSTO FISSO, SUL DEGRADO, SUL BERLUSCONISMO, su tutto quello che hanno scritto in questi giorni.

Io e Gennaro Nunziante vogliamo solo far passare un’ora e mezza a ridere”.

Tutto questo può sembrare giusto però ogni opera cinematografica o letteraria non può essere mai neutrale e vivere solo per il divertimento.

Un film o un libro rimane anche per il futuro e incide sempre, vuoi o non vuoi, sulla realtà sociale specie se, come nel caso di cui parliamo, tutto è studiato nei minimi particolari per fare cassetta e portare migliaia di persone nelle sale cinematografiche che in questi giorni non offrono che “Quo vado”.

Io sono uscito dalla sala molto amareggiato perché il film era diretto a mettere in ridicolo l’idea della stabilità del lavoro e tante conquiste sociali che sono costate anni di dure battaglie sociali.

E tutto questo mentre i giovani non trovano lavoro o se lo trovano devono assoggettarsi alla precarietà senza prospettive di futuro o di crearsi una famiglia.

Poi quegli assegni con cifre a sei zeri mi hanno ricordato tanti colleghi che hanno preso la buonuscita accompagnata da un bonus sostanzioso e poi si sono ritrovati sul lastrico per via di una legge che ha cancellato la parola data dal Governo.

Certamente nella prima repubblica ci sono stati gli eccessi e gli abusi ma ora c’è il dramma dei giovani.

Il film vuol far ridere ma certamente gli autori sapevano di rendere un servizio a quanti, padroni e non, si sono battuti per rendere precario il lavoro e quindi il futuro  delle nuove generazioni.

“Poi se la battuta, dice Zalone, è azzeccata, nel senso che muove da una realtà tangibile e familiare a tutti, è più efficace”.

Il Presidente del Consiglio Renzi, che ha abolito l’articolo 18, è andato a vedere il film con moglie e figli e certamente si sarà divertito.

Però alla fine vince il gattopardismo e il conto pareggia.

“Voglio solo far ridere” dice Zalone…c’è chi ride e c’è chi piange.

Niente è innocente. La controriforma ha bisogno di avere consensi nell’arte e nella letteratura  e questo lo ha capito perfino Gasparri che voleva cambiare i libri di testo delle scuole per omologarli alle sue idee.

Luca Medici e Gennaro Nunziante non si sono posti questi problemi?

Ci voglio credere e dunque facciamoci quattro risate.

Agrigento, l’ 6.1.2016

                                                                           Gaspare agnello