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Pagine da Sciascia pieghevole pdf_Pagina_1

Pino Di Silvestro espone, al circolo Pasolini di Agrigento, dal 4 marzo, 25 fotografie di Leonardo Sciascia e 25 acqueforti.

La mostra si intitola: un’ora con Leonardo e Le epigrafi di Sciascia.

Le fotografie sono state scattate a Siracusa nel 1988 e ora, dopo che sono state  stampate in un centro di alta specializzazione, vedono la luce per la prima volta ad Agrigento.

La acqueforti si riferiscono ai libri di Sciascia: Di Silvestro prende una frase significativa di un libro e quindi costruisce la sua acquaforte

Pino Di Silvestro è un artista a tutto tondo, vive a Siracusa, si è laureato in Germania per cui è diventato un serio germanista.

Ha al suo attivo una produzione grafica di grandissimo valore artistico. Da Xilografo e acquafortista, ha illustrato con grafica originale opere di Luciano, Euripide, Sofocle, Ovidio, Goethe, Eschilo, Consolo, Sciascia, Bufalino.

Essendo artista eclettico si è cimentato con la letteratura e con il suo libro “La fuga la sosta-Caravaggio a Siracusa-“ ha vinto la XVI edizione del Premio letterario Racalmare Sciascia nel 2007. E’ ritornato al romanzo con “L’ora delle vipere”

Per Sellerio ha pubblicato “August Von Platten. Morire a Siracusa”, “Le epigrafi di Leonardo Sciascia”.

“Di Silvestro”, come dice Bufalino,  “intreccia scrittura e segno, segno e sogno e in queste acqueforti si fondono i segni della scrittura di Sciascia con i segni del grafico Di Silvestro, i sogni di ambedue gli artisti.”

Konrad Halbig scrive: “ Pino di Silvestro è siciliano e già questo, in Italia,sottintende a priori una caratterizzazione ricca di molte luci è ombre. Se poi si aggiunge che è di Siracusa si capirà abbastanza della personalità del nostro incisore che opera in un piccolo garage di un appartamento moderno ed alienante situato sopra la Neapolis, dove costruisce i suoi attrezzi, secondo il codice del XVII secolo, monta il suo torchio, fabbrica i suoi pezzi originali per stampare, istalla la sua officina e non riposa fino a quando, con le proprie mani non ha completato, fino all’ultima manipolazione il processo di stampa”.

Un piccolo garage di pochi metri quadrati per produrre arte a futura memoria. Certo, dice Bufalino, occorre una minima dose di lieta demenza per praticare l’incisione. “Chi dipinge o scolpisce, continua Bufalino, ha davanti a sé un corpo nemico da vincere, la tela bianca,  il blocco di marmo; l’incisore con uno strumento aguzzo semina di impercettibili segni il rame, il legno, la pietra, è come se combattesse col vento e gli abbisognano una mano paziente una vista aquilina, uno scrupolo d’orologiaio per potere uscire vivo da un’impresa di così ostinato, meticoloso e crudele rigore. Alle quali può dedicarsi dunque chi abbia nel proprio sangue una goccia o due di follia. Pino Di Silvestro appunto”.

Io non so dire quali differenze esistono tra le opere di grafica e le opere letterarie di Pino Di Silvestro perché nelle grafiche c’è la parola, c’è il racconto, c’è tutto il mondo poetico che Pino Di Silvestro ci vuole raccontare, nei libri ci sono i quadri, i bozzetti, la natura disegnata come con le acqueforti, le xilografie. Gli aromi poi sono in tutte le opere di Pino Di Silvestro e si possono annusare.

Quadri e libri sono la stessa cosa, cantano la poesia con modi espressivi diversi.

Di Silvestro appartiene al grande mondo epico di Sciascia, Consolo, Bufalino ed ha avuto il grande pregio di trasformare le opere di questi grandi narratori in immagini vive e palpitanti.

La sua mostra ci commuove perché ci ricorda un mondo passato pieno di significati e di attualità.

Agrigento, lì 28.2.2017

                                                   Gaspare Agnello