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Ho trovato nei miei cassetti due brevi recensioni dei libri di Emanuele Navarro della Miraglia STORIELLE SICILIANE E MACCHIETTE PARIGINE, da me scritte a mano nel lontano gennaio del 1998. Gli appunti di cui parlo non hanno alcun valore scientifico né valore di vere e proprie recensioni e devono essere considerate solo appunti a futura memoria.

Le pubblico sul mio blog perché questi libri dello scrittore sambucese non si trovano  in commercio e quindi possono aiutare a conoscere questo scrittore che ebbe un ruolo importante nella letteratura italiana in quanto anticipò alcune tematiche pirandelliane e perché importò in Italia il realismo di Emile Zola che ebbe grande respiro con il verismo verghiano.

Chiedo scusa per qualche eventuale inesattezza che non posso eliminare perché non sono più in possesso dei testi di cui parlo.

Ecco quindi le mie riflessioni:

EMANUELE NAVARRO DELLA MIRAGLIA

STORIELLE SICILIANE

Il libro di Emanuele Navarro della Miraglia “STORIELLE SICILIANE” è un’opera che riesce a non far morire la Sicilia di fine ottocento tramandandocela viva e vera come era nella realtà.  Sono veri i suoi paesaggi, i suoi colori, le sue bellezze ma soprattutto i sentimenti che lo scrittore riesce a tratteggiare.  E’ il trionfo della civiltà contadina di cui tutti siamo figli. Ad una Sicilia falsa e bugiarda che ha avuto tanta fortuna sulle scene del mondo dopo il duello rusticano tra compare Alfio e compare Turiddu, si contrappone la Sicilia vera degli amori combinati, delle corna sopportate pacificamente, degli amori pudici e tenui tipici della nostra società contadina, dei preti che quasi tutti, come mi diceva mia nonna, avevano la ‘catena’ ovvero l’amante segreta, ma non troppo, delle donne che facevano mercimonio di amore, della considerazione popolare che era la cosa che più contava.

Si anticipa Pirandello: devo uccidere mia moglie non perché mi tradisce, ma perché ormai il tradimento è diventato di dominio pubblico (Ciampa) a meno che non si riesce a dimostrare l’inesistenza del tradimento anche con uno stratagemma.

I due racconti, che finiscono con il delitto, non hanno nulla a che vedere con i sentimenti tipici che certa letteratura ha portato avanti, ma sono conseguenza di vera e propria patologia clinica che porta al parossismo la gelosia, come in tutte le parti del mondo.

In Amore e morte Martino Romingello uccide la moglie Giovanna e l’amico Lorenzo perché ammalato di gelosia e non perché siciliano.

E poi anche la morte di Diana per mano o coltello, che dir si voglia di Mastro Raffaele avviene per una reazione di un uomo anziano che, abbandonato dalla sua donna, si vede crollare addosso la vita, cosa che oggi avviene in tutte le parti del mondo e non solamente in Sicilia.

Gli altri personaggi sono quelli tipici nostra economia rurale dell’ottocento.

Le cose che più ci sono rimaste impresse di questo libro sono le descrizioni di una Sicilia che rimpiangiamo tanto e che non esiste più.

I racconti ‘ La conca d’oro’, ‘Viaggio’, ‘Paese’, ‘Paesaggio’, ‘Una masseria’, ‘Una festa’ sono bozzetti che non dimenticheremo mai. Chi come me ha potuto, in parte, conoscere quel mondo agreste e autarchico, si accosta a Navarro e ai suoi racconti con un nodo alla gola e con gli occhi pieni di lacrime. Anche se non desidera ritornare a quel mondo.

Ho rivissuto, con Navarro, la vita delle vecchie masserie, dove ho insegnato come maestro delle scuole sussidiarie, ho rivissuto la felicità dell’aia dove ritrovavo la mia famiglia, i mietitori arsi dalla calura, le spigolatrici che faticavano un giorno intero per portare a casa un sacco di spighe, la casa dove si viveva e si mangiava col mulo e la capra accanto e con le galline che razzolavano intorno, l’odore di stalla, le strade odorante di mosto in autunno. Grazie Navarro. Tu che hai vissuto circa dieci anni della tua vita nei salotti parigini, che hai frequentato la cultura toscana e romana, tu che hai conosciuto gli amori delle dame parigine, sei rimasto col tuo cuore sempre a Sambuca Zabut, sei rimasto legato alla tua terra e, anche se eri figlio di un medico, la cultura contadina, che hai assaporato, ti era entrata nelle ossa.

E ai tanti medici, ai tanti professionisti, ai borghesi che hanno dimenticato le loro origini, restando sradicati e presi dalla follia del benessere borghese e vuoto, dico con tanta umiltà: andate a leggere le STORIELLE SICILIANE di E. Navarro della Miraglia e ritroverete le vostre radici, la vostra vera vita, la Sicilia dei padri, con i suoi colori, i suoi profumi, la sua conca d’oro, il suo mare, le sue montagne, la sua infinita bellezza e la sua grande umanità.

EMANUELE NAVARRO DELLA MIRAGLIA

Grazie Navarro, ti sono tanto grato di avermi fatto rincontrare i miei nonni e i miei genitori e un mondo bucolico e autarchico che non può ritornare per tante ragioni, un mondo povero che non aveva ancora aggredito la natura per violentarla come sta avvenendo oggi quando il problema della salvaguardia del creato diventa di primaria importanza.

Agrigento, l’ 2.2.1998

Gaspare Agnello

EMANUELE NAVARRO DELLA MIRAGLIA

MACCHIETT E PARIGINE

Emanuele Navarro nel suo libro “MACCHIETTE PARIGINE” a prima vista dà l’impressione di un uomo cattivo e invidioso perché fa scendere dal piedistallo in cui sono collocati tanti personaggi che noi eravamo abituati a guardare dal basso in alto.

Però inoltrandoci nella lettura ci accorgiamo che il Navarro umanizza i suoi personaggi, li fa scendere dal piedistallo e ce li rende più veri e più vicini a noi.

Alcuni addirittura li valorizza, come la Gerge Sand che noi conoscevamo come una donna libertina e che invece il Navarro ci presenta come personaggio di grandi passioni e di veri sentimenti e che amava la famiglia e il lavoro da cui venne il suo successo. (La Sand in tarda età pare sia stata l’amante di Navarro).

Alfred De Musset esce bene dal pennello del sambucese che lo apprezza  e lo stima come artista di sentimenti raffinati e moderni, anche quando il suo fisico decadde irrimediabilmente.

Belle le pennellate sull’amore di De Musset e la Gerge Sand.

Si riscopre Proudhon, con le sue idee socialiste che nascono da una vita di sofferenze, Teophile Gautier il padre di Capitan Fracassa, il poco noto scrittore Barbey D’Aurevilly che teorizza uno stato teocratico con il pastore a capo del gregge.

Si fissano le immagini di alcuni personaggi dell’800 francese che la cultura e la storia tendono a dimenticare.

Così ritroviamo Courbet, Sardon, Gambetta, Carpeaux, Daudet, Sarah Bernardt.

Mentre di Baudelaire e di Flaubert ci restano delle notazioni importanti per la critica della letteratura francese.

Insomma con questo piccolo libro Navarro ci fa gustare quadri, spunti, cultura della seconda metà dell’800 francese.

 

Agrigento, lì   20.1.1998

Gaspare Agnello