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Michele Lizzi cesellò capolavori musicali per il Teatro Massimo di Palermo. Nel quarantesimo anniversario della morte del compositore agrigentino il teatro lo ricorda con una corona di silenzio.

Michele Lizzi [Agrigento 15 settembre 1915? (data di nascita non certa!) – Messina 31 marzo 1972] è stato uno dei più grandi compositori siciliani del secolo scorso, forse il più grande. Le Prime Esecuzioni Assolute delle sue tre opere di alto valore musicale e corale furono rappresentate tutte nel prestigioso teatro palermitano. Elenchiamole.

PANTEA [Premio Napoli 1955 (libretto di Gerlando Lentini)], Teatro Massimo di Palermo, 14 aprile 1956. Tre rappresentazioni andate in scena con eclatante successo. Pantea era il soprano americano Maria Curtis Verna (1921-2009), Senocrate il grande e colto tenore Mirto Picchi (1915-1980). Dirigeva il maestro Franco Capuana (1894-1969). Il compositore Michele Lizzi, presente alla Prima Rappresentazione -ma anche alle altre due repliche successive- venne chiamato più volte con sentiti applausi al proscenio insieme ai cantanti-interpreti dell’opera.

L’AMORE DI GALATEA (libretto poetico di Salvatore Quasimodo), 12 marzo 1964. Galatea era il soprano Ivana Tosini. Anche questa volta dirigeva Franco Capuana. Alla Prima era presente il maestro Michele Lizzi. C’era anche Salvatore Quasimodo. Applausi. Un tripudio per tutti!

CINQUE MUSICHE PER TEANO, poema sinfonico per voce recitante e orchestra( Premio Scarlatti a Napoli nel 1942) . Esecuzione della splendida partitura a Palermo? 16 ottobre 1969. Dirigeva il maestro Maurizio Arena, la voce recitante era quella di Maria Teresa Thomas. Michele Lizzi era presente; esecutori e compositore ebbero tanti applausi: un trionfo!

SAGRA DEL SIGNORE DELLA NAVE (libretto del maestro Lizzi stesso ricavato dalla novella e dalla commedia omonima di Luigi Pirandello), 12 marzo 1971. Fra i protagonisti principali: il tenore Alvino Misciano (Giovane Pedagogo), il tenore Luigi Infantino (Tavoleggiante), il bravo baritono dalla voce corposa e ricca di armonici Domenico Trimarchi (Il Miracolato)… Dirigeva Ettore Gracis (6 rappresentazioni). Il maestro Michele Lizzi era presente insieme a me alla Prima Rappresentazione assoluta e alle altre cinque repliche successive. Applausi, urla di “bravo”, grande evento e meritato successo.

Da allora, il Teatro Massimo di Palermo (a parte il necrologio pubblicato sul “Giornale di Sicilia” e su “L’Ora” del 2 aprile 1972, nel quale, fra l’altro, si può ancora oggi leggere che Michele Lizzi era “ispirato compositore di opere liriche e sinfoniche eseguite con successo”) gli ha tributato solo un coronato musicale silenzio. Che vergogna! Il maestro Michele Lizzi fu anche componente del Consiglio di Amministrazione del Teatro. Un Teatro che deve essere aiutato oggi a ricostruire musicalmente la sua nobile memoria legata anche ai compositori siciliani: Michele Lizzi grande compositore siciliano e uomo nobile d’animo (posso testimoniarlo -era anche coltissimo, umile e “SANTO”!-) certamente lo fu!

Chi dirige il Teatro deve onorare gli artisti siciliani: è degno di rispetto chi ravviva la memoria dei compositori siciliani che hanno radiato cultura per la storia del Nostro Teatro musicale; questa nostra ricca tradizione culturale è degna di essere riesumata e divulgata: dalla Sicilia deve mirare ad abbracciare e coinvolgere il mondo. L’oblio dei propri figli è impietoso e diabolico legame con l’ignoranza, con l’incapacità di programmare coraggiose iniziative rievocative di un passato culturale davvero innovativo e glorioso, passato con profonde radici conficcate nella nostra terra; radici che apportarono nuova linfa creativa (preparando l’avvenire) al Nostro Massimo Teatro; un passato che è sempre presente e deve vivere nel futuro per arricchire la memoria delle nuove generazioni siciliane, e non solo! Dicevamo… non onorevole legame, inoltre, con una profonda musicale incultura che è solo capace di silenziare la nostra più splendida identità legata all’opera lirica e alle espressioni musicali: ne va di mezzo la sciasciana “sicilitudine” o uno dei suoi più toccanti e mirabili aspetti.
Bagheria, 9 marzo 2012
Giuseppe Di Salvo