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Simonetta Agnello Hornby, scrittrice siculo-inglese, si presenta ai suoi lettori per la quarta volta dopo avere pubblicato “La Mennulara”, “La zia Marchesa”, “Boccamurata” .

Il nuovo libro edito, come gli altri, dalla casa editrice Feltrinelli si intitola “Vento Scomposto” e sarà presentato ad Agrigento presso la Biblioteca Comunale il 29.Apr.’09 alle ore 18 alla presenza dell’autrice.
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Mia Intervista con l’autrice:

Questa volta Simonetta Agnello lascia la sua Sicilia e ci porta a Londra, la sua terra di adozione, dove esercita la professione di Avvocato dei minori dividendo il suo tempo fra lo studio legale, che ha fondato a Brixton prevalentemente al servizio delle comunità immigrate, e la sua attività di scrittrice che ormai, a nostro avviso, va diventando prevalente in quanto i suoi libri vengono tradotti in diverse lingue e stanno nelle classifiche dei libri più venduti.

Dall’ultima fatica letteraria traiamo la conclusione che l’Agnello si avvia a diventare scrittrice di Best Seller e questo certamente ci fa immensamente piacere perché noi agrigentini siamo abituati agli scrittori che, come Pirandello, Sciascia, Camilleri sono stati e sono tra i più letti ed apprezzati .

Il nuovo libro “Vento scomposto” trae certamente origine dalla professione della scrittrice che, essendo avvocato dei minori, conosce le problematiche dei minori, le loro devianze, i loro drammi, le pratiche degli abusi, delle violenze su di essi. Ma conosce anche il mondo dei servizi sociali inglesi e la sua terribile dittatura che si impone sulle famiglie, la impreparazione del personale che vi è preposto, “la giustizia invisibile” come la definisce la stessa autrice.

Nulla di nuovo sotto il sole ci verrebbe da dire perché questa storia narrata dalla scrittrice Agnello poteva essere anche ambientata in Italia o in qualsiasi altro paese europeo perché l’Europa unita ci convince sempre più, che il mondo è paese e che i problemi sono comuni a tutti.

La storia è terribile e sconvolgente allo stesso tempo.

Un manager londinese Mike Pitt viene accusato di avere abusato della sua figlia minore Lucy di quattro anni e qui inizia il dramma terribile della famiglia Pitt che coinvolge soprattutto la moglie Jenny che, per fortuna, non crede alle accuse e sostiene il marito.

L’avvocato Steve Booth difende Mike e nello studio dell’avvocato si intrecciano tante storie terribili di abusi, di violenze, insomma di un mondo malato che ci sembra surreale ma che, in fondo, mostra la parte cattiva dell’uomo e i drammi che si consumano all’interno delle mura domestiche. Tutte queste storie che la scrittrice ha voluto raccontare come contorno alla storia principale hanno fatto si che il libro arrivasse a quattrocento pagine facendo dire a Lorenzo Mondo che “il romanzo patisce qualche eccesso di pagine dovuto forse al progetto di tenere bravamente il passo con lo snodo di una vicenda seguita pressoché senza interruzioni giorno dopo giorno sino all’esito finale.”

Ma l’eccesso di pagine nasce dal fatto che l’Agnello ha voluto ricostruire il mondo malato in cui opera un avvocato dei minori e farci vedere con quale situazioni ha dovuto confrontarsi la famiglia dei Pitt che è stata sconvolta da un “vento scomposto” dove “le raffiche di vento aumentavano disordinate, formavano mulinelli, cambiavano direzione e strappavano gli ombrelli dalle mani”, e questo fino al punto di fare desiderare a Mike di “farla finita”.

Il vento scomposto che si era abbattuto sulla famiglia Pitt non aveva regole e certezze perché era diretto da mani inesperte capaci di causare disastri immani.

Il libro ci fa conoscere psicologi incompetenti e a volte presi da frustrazioni personali che si riversano sui clienti, assistenti sociali che “sembrano dei mostri”, istitutrici e insegnanti che non sanno interpretare i sentimenti dei bambini e che sono portate a vedere nero quando di nero non c’è niente, non avendo una adeguata preparazione al compito delicato cui sono destinate.

E per questo qualsiasi famiglia può finire nel tritacarne di questi ingranaggi terribili da cui è difficile e molte volte impossibile uscire indenni. La famiglia Pitt riesce a salvarsi perché ha possibilità economiche grosse e può arruolare avvocati e studiosi di fama internazionale i cui compensi sono veramente astronomici.

Una famiglia comune sarebbe stata distrutta senza colpo ferire anche se le leggi inglesi hanno stabilito il gratuito patrocinio per i minori e per le loro famiglie. Si evince da queste considerazioni che in Inghilterra, come in Italia, “La legge è uguale per tutti… i poveri”.
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La storia ha avuto un riscontro in Italia dove Salvatore Lucanto venne accusato di avere abusato la figlia, sbattuto in galera per più di due anni, e la figlia sottratta alla famiglia senza che la ragazza capisse il perché.

Salvatore Lucanto ha dovuto arrivare in Cassazione per essere dichiarato innocente e tribolare tanto per ritrovare la figlia e ricostruire la propria famiglia, se questo è ancora possibile dopo una vicenda così drammatica. E la storia è diventata libro “Rapita dalla giustizia” (Rizzoli) a cura di Maurizio Tortorella e Caterina Guarneri.

L’intreccio e lo svolgersi della nostra vicenda è quanto mai complesso e tutto da seguire con ansia e trepidazione e provoca nel lettore uno stato di grande paura.

simonetta agnello hornby

Tutti abbiamo avuto figli e i più anziani abbiamo anche i nipoti e le nipoti. E a questo punto ci viene da dire: ma come ci si deve comportare con i figli o con le nipoti e si va indietro a scrutare il proprio comportamento per vedere se nel nostro passato ci possono essere stati comportamenti tali da potere essere interpretati in maniera peccaminosa.

Un uomo molto espansivo con i figli o le figlie, una persona vulcanica nei confronti delle nipotine potrebbe, senza volerlo, finire nel macello di una giustizia ingiusta ed essere additato all’ignominia del mondo intero perché i reati di cui si tratta sono veramente ignominiosi e abominevoli e nessuno può resistere ad una ingiusta accusa di questo tipo.

Leggendo il libro di Simonetta Agnello, si rivivono le notti di incubi quando dopo certe abbuffate si va a letto e la cattiva digestione fa sognare cose terribili e tremende. Per fortuna poi ci si sveglia, si beve un poco di acqua e la mente si rasserena.

Per questo il lettore vuole andare fino al fondo delle quattrocento pagine del “Vento scomposto” e alla fine prova la sensazione del risveglio da un incubo e resta stordito per il fatto che dal nulla si può creare un castello senza fondamenta, facile a cadere e a maciullare intere famiglie.

Ma i Pitt hanno potuto ricostruire la loro vita dopo questa bufera? Questo lo dovrà vedere il lettore perché altrimenti noi diciamo tutto e togliamo il gusto della lettura. L’intreccio del romanzo è delicato, i sentimenti familiari molto solidi, Jenny, che è la moglie di Mike, è una donna intelligente e la scrittrice una brava Penelope che ha saputo intessere una tela intrigata senza sbavature ma con una logica molto stringente dandoci uno spaccato della società inglese alquanto interessante.

E a proposito di Inghilterra dobbiamo dire che il libro, oggetto della nostra trattazione, non è solo la storia o una storia ma è la descrizione del mondo in cui la storia si svolge. Simonetta Agnello da Roccapalumba, da Palermo, dalla Montagnazza di Porto Empedocle, da Agrigento ci porta tutti a Londra e ce la fa vivere intensamente, ce la descrive con grande maestria, ci fa veder il quartiere di Brixton, le zone residenziali, ci porta al Cardinal, un dei pub rionali di Londra rimasto immutato da un secolo a questa parte, ci porta sul fiume di Londra: “Il Tamigi era deserto: non una barca, non una chiatta; la riva sabbiosa scendeva verso l’acqua che scorreva piatta e rifletteva la luce tenue di un sole velato: La calma del fiume era ripetuta dal cielo: alto e pallido, senza nuvole, anch’esso deserto di voli.”

Ci descrive i weekend delle famiglie bene di Londra e soprattutto ci descrive le sue ricette gastronomiche su cui la scrittrice, in questo libro, si attarda abbondantemente rifacendosi un poco ai gialli di Manuel Vazquèz Montalban e di Andrea Camilleri: “Steve grattugiava un pezzo di cheddar in una ciotola in cui c’erano già una cucchiaiata di cipolline tritate, una noce di burro e una punta di mostarda. Poi amalgamò il composto e vi aggiunse il resto della sua lattina di birra. Continuò a mescolare delicatamente.”

Ci resta la voglia di conoscere la ricetta del “dolce di lime”.

Avendoci portati a Londra la scrittrice Simonetta Agnello ha dovuto lasciare i bellissimi proverbi de “La zia Marchesa” e i puntuti vocaboli siciliani di “Boccamurata” che danno effetti veramente speciali e che sono molto spesso intraducibili in altra lingua.

La scrittrice con questo libro esplora un nuovo mondo: è la sinfonia del “Nuovo Mondo” di Anton Drovak e questo lo può fare perché la Agnello non è una scrittrice catalogabile. Sfugge ai critici che si arrovellano per incasellarla, per cercare le sue ascendenze. Un po’ la accoppiano a Tomasi di Lampedusa, forse per le comuni ascendenze nobiliari, altre volte a Pirandello che ha trattato, in una sua novella, della zia Marchesa, qualche volta anche a Sciascia per la linearità della scrittura o per altro.

Ma Simonetta dice che probabilmente ognuno di noi è impastato con la creta della sua terra e di tutte le terre che ha calpestato ma Lei quando si mette a scrivere non pensa a nessuno degli scrittori che ha letto o conosciuto, ma che scrive quello che deve scrivere come le viene: punto e basta. Poi ogni critico può cercarvi quello che vuole. Questo fa arrabbiare i suoi critici che molto spesso, nell’intervistarla, Le chiedono le ascendenze e si buscano brutte risposte si brutte risposte perché Simonetta Agnello è una scrittrice difficile da intervistare nel modo classico.

Questa diversità Le consente di uscire dagli schemi e dagli stereotipi e di darsi una dimensione veramente europea diventando la scrittrice Simonetta Agnello Hornby figlia di nessuno.

Quindi chi ha avuto dimestichezza con Lei si aspettava già un libro diverso un libro anglosassone.

Ma attenzione che se si dice alla signora Agnello che il suo libro è anglosassone e segna una cesura con i suoi scritti passati si può buscare anche questa volta una brutta risposta perché in effetti uno scrittore non si può mai tagliare in due parti. E a chi Le dice che questo è un libro nuovo e diverso la scrittrice risponde: cercate attentamente e troverete le connessione con i libri passati.

Infatti la madre della zia Marchesa non ha subito le molestie del padre? E la stessa zia Marchesa, da giovinetta, non ha subito le molestie del prete? E lo stesso prete non ha avuto i figli con la moglie del Baronello? I figli del prete si riconoscevano facilmente dalle dita del piede. Il Prete ne aveva sei e i figli bastardi nascevano con sei dita per cui bisognava tagliarne subito uno per nascondere il tradimento.

Se poi leggiamo “Boccamurata” troviamo che il protagonista Tito è figlio dell’amore incestuoso tra fratello e sorella, amore incestuoso sì ma vero, grande.

La differenza tra i due mondi della nostra scrittrice è che i personaggi siciliani sono più sanguigni, più figli della tragedia greca, mentre i personaggi inglesi appartengono a un mondo più ovattato e meno tragico.

E poi nello stesso ultimo libro “Vento scomposto” non può fare a meno di portare il Suo protagonista Mike a Siracusa nell’isola di Ortigia e qui la scrittrice si sbizzarrisce in una bellissima e minuziosa descrizione di Ortigia, con la sua Fonte Di Aretusa, la sua piazza su cui si affacciano le sedi dei poteri del passato, la cattedrale, gli antichi palazzi del senato e dell’Ordine dei cavalieri di Malta, con le sue stradine e i palazzi nobiliari sui quali troneggia il barocco siciliano.

E con questa descrizione la Agnello chiude o riapre il conto con la Sicilia che, come una Circe, ci richiama sempre e ci lega come una “magaria” da cui non ci si può liberare mai.

Questa è la Simonetta Agnello che noi abbiamo sentito e gustato con la lettura di “Vento scomposto” e con il rimando alla sua precedente letteratura che si compone e scompone come in un puzzle che bisogna sapere assemblare per provare gioia infinita quando lo si vede tutto “composto”.

Agrigento,lì 3.4.2009 gaspareagnello@virgilio.it

P.S. Il libro di Simonetta Agnello “Vento Scomposto” Sarà presentato ad Agrigento

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presso la biblioteca Comunale il 29.4.2009 alle ore 18 a cura del Comune e dall’AICS, alla presenza dell’autrice.