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A novanta anni lo scrittore, giornalista, sceneggiatore Raffaele La Capria si presenta ai suoi lettori con il libro “Esercizi Superficiali” “Nuotando in superficie” che sono le riflessioni sulla vita e sulla società di oggi di un uomo che capisce di essere pronto alla partenza, senza però avere fretta. La Capria è come quel fumatore che legge nel pacchetto delle sigarette la scritta “Il fumo uccide lentamente” ed il fumatore osserva:  ma io non ho assolutamente fretta.

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Intervista a Raffaele La Capria a Zafferana in occasione del Premio Brancati Zafferana 2012 di Gaspare Agnello presso l’Hotel Esperia Palace il 23 Settembre 2012.

Dalla sua posizione in cima alla montagna, La Capria guarda il mondo , non con distacco, ma con molta obiettività e senza interessi particolari da difendere e l’analisi che ne viene fuori è molto interessante e intrigante, un testamento spirituale.

Più che un saggio, La Capria scrive il romanzo della  vita, tant’è che a Zafferana Etnea, i Giurati del Premio Brancati, gli assegnano il premio per la narrativa per il 2012 e non quello per la saggistica.

La Capria nuota in superficie, ma sa che sotto c’è l’abisso, il fondo marino e quindi pur restando in superficie pensa al profondo a un’Italia infelice per i fatti del mondo ma anche e soprattutto per i fatti che la riguardano direttamente.

Prova grande dolore per la sua Napoli ferita e offesa nel suo orgoglio di città antica di grandi tradizioni culturali e civili.

Prova disgusto per la ‘mala informaciòn’ che usa un linguaggio disgustoso e si direbbe quasi cifrato come il “baccaglio” dei commercianti in anni passati: la giustiizia giusta, le convergenze parallele, la variabile indipendente, il ribaltone, la desistenza, il porcellum, l’inciucio, il polo, il pool, l’ampolla( con l’acqua del Po), l’ulivo, il cespuglio, la margherita, la casta, la cricca, le toghe rosse, il caimano, le escort, la strategia delle tensione, i malpancisti, i responsabili, le larghe intese e così via.

Video Intervista a Raffaele La Capria

l’intervista a Raffaele La Capria su “Esercizi Superficiali” poche ore prima della cerimonia della sua premiazione al Premio Letterario Brancati di Zafferana 2012:

E’ il politichese che serve per imbrogliare le carte e non far capire nulla e a far dimenticare il dramma del mondo che ci circonda. Il nostro, dice La Capria è il paese della rimozione. Assistiamo a Piazza Fontana, ci commoviamo e domani dimentichiamo, dimentichiamo l’Italicus, dimentichiamo i drammi dei terremoti e dei disastri naturali che sono sempre colposi.

“Noi, a causa di scarsa e mala informaciòn non siamo in grado di giudicare nullla, siamo un paese senza vera memoria e ci aggiriamo nello squallido territorio della rimozione. Chi non ha passato non può neanche dire di avere un presente, e chi non ha un presente non può progettare alcun futuro. E’ questa la condizione in cui ci troviamo, siamo i ‘privati del presente’, e come tali viviamo in un mondo illusorio e fantasmagorico in cui tutto è possibile e tutto può essere, e dunque in cui tutto è proponibile come informazione”.

La Capria, dall’alto dei suoi novanta anni, osserva tutto quello che avviene nel mondo e in particolar modo il conflitto tra occidente e mondo islamico e non fa mistero a dire che, a suo modo di vedere, esiste un conflitto di civiltà che , probabilmente, si concluderà con una vittoria della civiltà islamica per ragioni dell’invasione pacifica che gli islamici stanno operando nel mondo.

Poi  La Capria ritorna su se stesso, sul suo mondo e ci porta agli anni del boom economico, alla Roma della dolce vita, ad una stagione ricca di eventi culturali ed artistici difficilmente ripetibile.

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Ma alla fine del libro, oltre a una pesante riflessione sul nucleare, La Capria comincia a riflettere sui suoi novanta anni, sul senso della vita, sul mistero dell’esistenza dell’uomo, su Dio.

E a questo punto occorre dire che bisogna leggere il libro per gustarne il significato dramatico e umano.

“Ecco, adesso una stella è caduta, esprimo un desiderio: fa’ che io cada come te, lasciando dietro di me una piccola striscia luminosa, almeno nel ricordo di chi mi vuole bene. Fa’ ch’io cada come un frutto maturo dall’albero della vita, fa’ che la mia fine sia una conclusione e non un incidente”.

La Capria, descrivendo il mistero di essere al mondo, il mistero della creazione, il mistero di Dio, ha scritto il romanzo della sua vita che è anche il romanzo della nostra vita, il romanzo di tutti noi che non sappiamo come e quando si concluderà.

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Agrigento,lì 18.9.2012

Gaspare Agnello

http://www.facebook.com/GaspareAgnello

email: gaspareagnello@virgilio.it

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