(articolo letto 1.237 volte)

Fabio Fabiano è un poliziotto, figlio d’arte, che ha il vizio della scrittura.

Evidentemente, da poliziotto, si dedica al giallo e ha inventato il commissario Di Falco che già ha riscosso un discreto successo e che certamente potrà diventare un personaggio importante del mondo letterario del mondo dei gialli.

il-frutto-della-corteccia

Nel 2008 ha pubblicato “Il caso del morto per fortuna” romanzo poliziesco della serie l’Ispettore Di Falco della collana “Non solo indagini”, lanciata nel 2008 dalla CSA Editrice. Sempre per la stessa serie e quindi per la stessa casa editrice, nel 2009 ha pubblicato “Cuore di Gesù” che compendia le sue grandi passioni e le arricchisce delle competenze professionali acquisite nel corso della sua lunga carriera investigativa. Nel 2010, per la stessa serie pubblica “46909” che allarga il campo d’azione dell’investigatore Di  Falco in ambiti internazionali..

Ora arriva nelle librerie con il romanzo “Il frutto della corteccia”, che ha come fatto principale una investigazione internazionale che si svolge tra la Sicilia e il Canadà.

Però è da dire che tutto il libro è intriso di altre complesse investigazioni che si intrecciano l’una con l’altra nella vita convulsa di un Commissariato di Polizia dove le denunce di fatti criminali si accavallano l’una sull’altra e qualche volta si intersecano.

Fabiano ci porta nel mondo della caserma di polizia e ci introduce in un mondo particolare che non sempre risponde alla realtà perché se in Italia avessimo un tipo di investigazione e di investigatori di quelli descritti dal nostro autore  allora i delitti impuniti sarebbero di gran lunga inferiori.

Comunque il mondo che ci descrive Fabiano è molto interessante e la sua narrazione scorrevole prende il lettore in maniera totale.

I personaggi descritti sono vari e sono tipici della caserma e spesso anche della vita comune. C’è il Capo attivo e dinamico che fraternizza con i suoi subalterni con i quali vive gran parte della sua giornata, c’è il poliziotto acchiappa femmine che corteggia tutte le donne che gli vengono a tiro e che è anche aggressivo, violento ma umano, c’è il poliziotto iettatore, ci sono le mogli sacrificate.

Il linguaggio usato da Fabiano è il linguaggio di caserma un poco sboccato, con modi di dire siciliani ma italianizzati che farebbero storcere il muso ai letterati di palato fine e c’è una prosa che andrebbe curata maggiormente. Del resto questi sono i difetti comuni a tutte le pubblicazioni che non hanno dietro una grande casa editrice che si avvale, prima che un libro vede la luce, dei correttori.

Noi non vogliamo, in questa nostra breve recensione, raccontare la trama del romanzo perché ci sembra giusto lasciare al lettore il gusto della scoperta di uno scrittore che ha grande fantasia e che sa quindi intessere storie terribili ma accattivanti che sono tipiche della nostra società complessa e malata.

Siamo convinti che Fabio Fabiano ha un suo futuro in questo genere letterario e che il suo commissario Di Falco varcherà lo stretto per diventare personaggio nazionale.

La lettura de “Il frutto della corteccia” ci riporta immediatamente ai libri di Camilleri e noi auguriamo a Fabio il successo che si merita.

Agrigento, lì 16.3.2014

www.gaspareagnello.it